La canottiera di Bossi by Marco Belpoliti

La canottiera di Bossi by Marco Belpoliti

autore:Marco Belpoliti [Belpoliti, Marco]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2012-06-10T22:00:00+00:00


Ossessione

L'immagine in canottiera del leader leghista viene invece

proposta in continuazione. La canotta di Umberto Bossi è perciò quella del muratore e dell'operaio, presente nell'iconografia italiana, e diffusa da tanti film e fotografie, a partire dagli anni Trenta, oppure, più propriamente, come quella indossata da Massimo Girotti nell'opera di Luchino Visconti, Ossessione, uscita nelle sale nel 1943, dove l'attore che interpreta il personaggio di Gino Costa, un uomo del popolo, ma anche un vagabondo e insieme un amante focoso, la porta per gran parte del film. Così ancora in La terra trema del 1948 e in Rocco e i suoi fratelli, del 1960, vediamo i protagonisti, e altri comprimari, recitare con indosso la canottiera del popolo. Sono tutte pellicole dirette da Visconti, regista e militante del Partito comunista, esteta e omosessuale (la parola gay mal si adatta a Visconti).

Dunque la canottiera come abito dei lavoratori, di coloro che appartengono alle classi popolari. Popolare è anche la canottiera di Benito Mussolini. Il capo del Fascismo nella sua incarnazione della figura del Duce dell'Italia è passato dall'abito ufficiale, da cerimonia, con tanto di -tuba (i «tubi di stufa», come vengono chiamati in seguito con disprezzo dagli stessi fascisti che li rifiutano), degli anni immediatamente seguenti la conquista del potere, nel 1923, al torso nudo della «Battaglia del grano», lanciata nel 1924, anche se, come documenta una copertina de «La Domenica del Corriere», le foto a torso nudo, o in canottiera, sono successive, del 1938. Un chiaro messaggio propagandistico, in cui il Duce si mostra sull'aia a trebbiare il grano; veste gli occhiali protettivi, calzoni bianchi e cappello, una coppola bianca, da padrone (così nella copertina del settimanale), che si distingue nettamente dai copricapo di paglia delle contadine e degli uomini. Un doppio messaggio: l'avvicinamento al popolo - l'essere popolare -, ma anche la volontà di differenziarsene - Mussolini è pur sempre il Duce.

Un esempio del rapporto tra potenti e popolo, di cui scrive Canetti in Massa e potere: vicinanza e insieme distanza. Uno schema che non sembra valere per Bossi, il quale non ha mai praticato la distanza. La sua canotta somiglia piuttosto a quella dell'eroe popolare, e maledetto, incarnato da Girotti nel film di Visconti, oppure degli eroi ambivalenti - positivi e negativi - di Rocco e i suoi fratelli. Il gesto di portare la canotta vale in Bossi sempre come un chiaro messaggio: sono uno di voi. Il riferimento all'attore non è poi del tutto casuale vista la pur breve esperienza di cantante e la vivida arte della recitazione davanti alle platee leghiste.

Un altro personaggio per cui la canottiera diventa una sorta di sex symbol, icona vivente, è Marlon Brando, che abbiamo già incontrato nelle pagine di Miller col suo fluido magnetico, e che troviamo in canottiera in Fronte del porto di Elia Kazan, film del 1954, dove l'eroe è un maledetto-buono. Ancora una volta una figura ambivalente, in cui la canotta funziona come segno d'identificazione, e insieme come un gesto, un'affermazione di sé, della propria identità maschile; oppure in precedenza



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